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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via dell'Umiltà (R. II - Trevi) (da via del Corso a via dei Lucchesi)

 "Dal Corso all'incrocio con via delle Vergini, si chiamò "via dei Tre Ladroni" che, secondo il Rufini (1847), "trasse il suo nome da una antichissima trattoria quivi stabilita, e che da tutti sempre conosciuta sotto il nome dei Tre Ladroni, perché tre essendone i proprietari, lasciavano desiderare agli avventori una maggiore discrezione nei prezzi delle vettovaglie".

Dopo il ‘70, quando fu demolito il palazzetto Sciarra [1] con il relativo "arco dei Carbognani" e poi costruita nel 1886 la galleria da don Maffeo Sciarra [2], scomparvero le piccole case, che erano a sinistra di via dei Tre Ladroni che si chiamò dell'Umiltà come la prima parte da via della Dataria.

All'inizio di via dell'Umiltà, ad angolo con la Via S. Vincenzo e Anastasia, v'era un palazzo dei Frangipane [3], munito di una torre "torre del signor G Friapane" nelle "taxae viarum".

Proseguendo, a sinistra, la chiesa che dette il nome alla strada. Il tempio dedicato a Santa Maria dell’Umiltà fu, con l'annesso convento, edificata da Francesca de’ Baglioni figlia di Pirro e di una Caterina de’ Medici. Cominciata la fabbrica nel 1601, fu consacrata nel 1613 al suo  compimento [4].
Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti - 1846-1878) nel convento, da molto tempo soppresso, v’istituì il Collegio Americano del Nord [5].

Di fronte, il fabbricato dell'ex convento delle Vergini, diventato bene demaniale dopo lo scioglimento delle Congregazioni nel 1870.
Nel vecchio convento vi fu accolta l’Intendenza di Finanza e nel suo cortile, ogni sabato, vi veniva eseguita l’estrazione del Lotto [6].

Altra chiesa, nel lato meridionale di questa strada era quella di Santa Maria in Cannella, appellativo dovuto, secondo il Panciroli, al fatto che "fu del collegio degli speziali che, nel giorno della festa, per spargere buoni odori, l’ornavano di vasi aromatici ed in particolare di cannella, donde poi diede il cognome".
La chiesa fu concessa nel 1145  da Eugenio III (Bernardo dei Paganelli - 1145-1153) ai frati di San Marcello, ciò che fu confermato da Gregorio IX  (Ugolino dei Conti di Segni - 1227-1241) e da altri papi. Ne parla Cencio Camerario. Fu abbattuta [7] per costruire la "strada che va dalle Moratte a Montecavallo", sotto Paolo V (Camillo Borghese - 1605-1621).

_________________________

[1] )            Vedi "vicolo Sciarra" (Trevi).

[2] )            Il padre, morto di vecchiaia nel 1849, aveva sposato nel 1848 una donna giovanissima che dichiarò di essere incinta proprio nel giorno del seppellimento del marito. Don Maffeo nacque appunto al limite estremo del tempo legale stabilito dal codice, ed a Roma fu detto "Questo fanciullo è nato con l'orologio alla mano".

[3] )            Nel 725, durante l’inondazione, uno della famiglia Anicia, a nome Flavio, entro una piccola barca andava distribuendo pane, ed il grido del popolo "Frange nobilis panem" sembra gli rimanesse per nome.

[4] )            Durante i lavori di sterro, nel cortile sono stati trovati i resti di un acquedotto del periodo imperiale e quelli di un edificio comprendente due ambienti con decorazioni alle pareti e pavimenti in mosaico bianco e nero (1954).

[5] )            Trasferitosi nel 1953 sul Gianicolo.

[6] )            Quel Lotto che ebbe origine a Genova nel 1576 e perciò chiamato "Gioco di Genova" o “Gioco del Seminario".  Abbinava allora la vincita, ai fatti più importanti della vita locale o... internazionale, ma in un piccolo "scagno", sito nel quartiere degli affari di Sotto Ripa, un semplice computista, ideò le prime combinazioni coi numeri. Furono così sostituite agli avvenimenti da un indovinare le previsioni dei numeri. Il primo ad adottare ufficialmente il Lotto fu il Governo Pontificio che ne devolse gli utili alla beneficenza (Anche a piazza Navona, nel palazzo Doria, al principio del XVIII secolo vi fu praticata l'estrazione del Lotto). Nel 1646 seguì il Piemonte, nel 1650 Venezia. Il 1665 lo vide diffondersi a Milano, ma non vi ebbe la sanzione ufficiale che nel 1702. Abolito in un secondo tempo nella Magna Repubblica di San Marino ed in Inghilterra, si affermò invece in Spagna (1763), Portogallo (1783), Paesi Bassi (1786), Austria (1813) e negli Stati Uniti e nell'America meridionale (1696).  Oggi, nonostante il "Totocalcio" (Il Totocalcio fu inventato, nel 1923, da J. Jervis Barnara in un ufficio di Birmingham. Il suo inventore non ne trasse profitto e morì senza aver mai giocato una schedina), le città che danno un maggior gettito dell’otto alle casse dello Stato sono nell’ordine: Napoli, Livorno, Imperia, Palermo, Genova, Venezia, Salerno, Roma e Caserta.

[7]            Si trovava forse all’incrocio di via dell’Umiltà con via delle Vergini.

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Palazzi, Edicole e Chiese lungo la via:

- Via dell´Umiltà
- Largo Pietro di Brazza

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